Arrangiare i brani classici per ukulele di Andrea Fortuna







Spesso i musicisti si avvicinano all'ukulele dopo aver studiato un altro strumento più
'convenzionale'.  Viene naturale a quel punto cercare di suonare brani che si già conoscono, una sorta di 'comfort music' che aiuta a prendere confidenza con il nuovo strumento. Mi sono avvicinato all'ukulele dopo anni di studio convenzionale e disciplinato della chitarra classica.

E' stato un modo per uscire dagli schemi, per misurarmi con qualcosa di nuovo. Appena ho incontrato il piccolo cordofono hawaiano è stato subito feeling ed è stato naturale cercare di adattare il metodo acquisito negli anni di conservatorio a questo nuovo strumento.

Prima di tutto, definiamo alcuni concetti importanti da non dimenticare quando si affronta un brano per chitarra sull' ukulele: 
 Minore estensione (3/4 ottave la chitarra, poco meno di 2 ottave per un ukulele soprano con

tastiera standard da 12 tasti).
Accordatura rientrante.
Le composizioni in C meglio si adattano all'accordatura più utilizzate (GCEA): eventualmente
non escludere la possibilità di trasporto in una tonalità differente da quella originale, se questo
permette una migliore diteggiatura e quindi un’esecuzione più fluida e godibile.
Maggiore attacco rispetto alla chitarra ma smorzamento veloce (poco sustain).

Nella maggior parte dei casi i brani originali sono scritti pensando alle peculiarità specifiche dello
strumento, compresa l'accordatura e l'utilizzo di corde a vuoto: un passaggio banale sulla chitarra
corre il rischio di diventare in incubo sul nostro piccolo soprano. Spesso si rende quindi necessario qualche salto di ottava in una delle voci per rendere più naturale l'esecuzione.

Prendiamo ora in considerazione la trascrizione di un semplice studio di Matteo Carcassi che tutti gli
studenti di chitarra classica alle prime armi si sono trovati a studiare. 
Si tratta di un  Andantino in Do maggiore, la tonalità quindi ben si presta all'arrangiamento
sull'ukulele, permettendoci una totale fedeltà alla partitura originale:


La diteggiatura per chitarra è quella di Ruggero Chiesa (il brano è tratto dal suo famoso metodo
Guitar Gradus).
Realizzo la diteggiatura sull'ukulele tenendo sempre a mente questi semplici punti:

1. Dare priorità alla fluidità dell'esecuzione.

Cercare di sviluppare la frase musicale in maniera orizzontale sulla tastiera, cercando di
'suddividerla' su tutte le corde utili per evitare salti di posizione che possono rendere meno
fluido il fraseggio.
 
2. Utilizzare il più possibile le corde a vuoto.

Ovviamente se non contravviene alla prima regola.
In chitarra classica le diteggiature che utilizzano molte corde vuote non sempre sono ben viste:
una nota ha una sua durata ben definita, e la corda suonata a vuoto potrebbe avere la 
necessità di essere silenziata, aggiungendo un’ulteriore difficoltà all'esecuzione.
Sull'ukulele il problema è molto meno evidente, visto il sustain molto ridotto.
3. Non aver paura di ‘osare’ con diteggiature molto estese.
I 12 tasti dell'ukulele soprano sono concentrati in uno spazio molto ristretto, anche non avendo una grande  flessibilità della mano sinistra si riescono a coprire parecchi tasti in maniera agevole.
In questo caso, stravolgiamo la diteggiatura della mano destra: mentre nella chitarra l’ostinato in Sol
che sostiene armonicamente la melodia viene eseguito dall’indice (con ovvie implicazioni di
dinamica), sull’ukulele sfruttiamo l’amato/odiato Sol rientrante e suoniamo la voce con il pollice.
In fase di esecuzione sarà quindi necessario prestare attenzione alle dinamiche tenendo ‘a freno’ il
pollice che, per sua naturale inclinazione, rischierebbe di far prevalere la linea di accompagnamento
rispetto alla melodia.
Questa la mia interpretazione:
 


 
Una volta definite le dinamiche, l'esecuzione risulta molto semplice, tranne le battute 8 e 9 in cui il
comodo basso continuo in Sol che ci ha accompagnato per tutto il brano lascia momentaneamente il posto a un Re da suonare sulla seconda corda, con una estensione dal primo al quarto dito di 8 tasti:



 






Credetemi, è fattibile: non ho delle mani enormi e riesco ad eseguire il passaggio senza problemi...

un po' di 'stretching' non fa mai male!

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

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